Collelongo "Borgo Autentico" - Lavandeto di Collelongo (Aq)

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Il paese è situato nella Vallelonga a quota 915 m s.l.m. tra l'area di protezione esterna del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e la piana del Fucino. Il monte Longagna (1769 m s.l.m.) segna il confine con il comune di Trasacco; altri comuni confinanti sono Balsorano, Civita d'Antino, Lecce nei Marsi, Ortucchio, San Vincenzo Valle Roveto e Villavallelonga (AQ). A nord est del suo territorio si trova l'area d'interesse archeologico della valle di Amplero. A ovest il monte Breccioso (1974 m s.l.m.), incluso nel gruppo montuoso della Serra Lunga, separa la Vallelonga dalla valle Roveto.
Storia
Alcuni storici, come ad esempio Walter Ciancusi[5], hanno ipotizzato la nascita di questo paese intorno all'anno mille, in una diversa ubicazione da quella contemporanea: alle pendici della montagna detta "del Calvario". Prima del 1220 Collelongo disponeva di un castello alle pendici del monte, ma Federico II lo fece distruggere insieme a più di duecento altri castelli dopo l'assise di Capua.
Preistoria[modifica | modifica wikitesto]
Le più antiche testimonianze della presenza umana nel territorio della Vallelonga e di Collelongo risalgono al periodo Paleolitico medio, circa 400.000 anni fa: sono oggetti di selce che attestano l'attività prevalentemente venatoria di popolazioni nomadi. Presenze stanziali risalgono al periodo Neolitico, circa 7.000 anni fa, di cui sopravvivono sparuti resti di villaggi, e all'Età del ferro (IX secolo a.C.-VIII secolo a.C.), di cui restano scorci delle recinzioni murarie degli “ocres”, fortificazioni rinvenute su alcuni colli, e di necropoli di tombe circolari a tumulo. Dai corredi funerari di chiaro stampo guerriero si evince che questi popoli erano in continuo conflitto tra di loro. Solo nel V secolo a.C. tutti questi "ocres", che erano comunità indipendenti ("touta") rette da magistrati della nobiltà guerriera, si riunirono sotto un'unica denominazione: i Marsi, popolo di guerrieri che dal V secolo a.C. combatterono per le potenze mediterranee[6].
I Marsi e il periodo romano[modifica | modifica wikitesto]
La necropoli nei pressi della valle di Amplero
Nel 302 a.C. i Marsi si allearono con Roma, è in quest'epoca che venne costruito il vicus di Amplero, mirabile esempio di architettura ed urbanistica di quel popolo. L'insediamento italico-romano di Amplero è l'elemento più importante del patrimonio archeologico di Collelongo. Verso la fine degli anni sessanta il pastore contadino Vincenzo Grande scoprì casualmente reperti italici e medievali: ciò diede l'avvio alla campagna di scavi che portò alla luce i resti della civiltà marsa e romana disseminati lungo la Vallelonga.
L'insediamento di Amplero consta di un'acropoli, un villaggio e due necropoli, con numerosi reperti di grande interesse: edifici templari, cisterne in muratura, tombe con corredi funerari. L'acropoli, che sorge sul colle La Giostra, racchiude due edifici templari, una cisterna per la raccolta di acqua piovana e una stipe votiva.
Qui sono stati rinvenuti diversi elementi artistici e religiosi, con ex voto che rappresentano quasi sempre figure femminili, o modelli di arti inferiori, nonché una statuetta raffigurante una madre che allatta il bambino, da riferirsi probabilmente ad una divinità.
Alla base del colle su cui poggia l'acropoli, in località San Castro, sorge il vicus italico-romano, fulcro della ricerca archeologica, con resti ben visibili e consistenti. È stata accertata la presenza di edifici di carattere monumentale per uso pubblico e l'esistenza di una zona, prima residenziale, poi adibita a sepoltura.
La cospicua quantità di reperti rinvenuti, soprattutto materiali edilizi, ha consentito una puntuale ricostruzione del sito nonché un'accurata disamina dello stile di vita degli abitanti del luogo. Poco distante sorge una piccola necropoli con non più di dieci tombe.
In località Cantone si trova invece la grande necropoli in uso tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Con le sue oltre cinquanta tombe, la necropoli ha fornito dati a sufficienza per ricostruire non solo lo svolgimento dei culti funerari, ma anche le caratteristiche fisiche ed antropiche degli antichi abitanti del vicus di Amplero. Fra gli oggetti di corredo funerario, oltre a numerose lapidi e steli, spicca il letto in osso[7] custodito nel museo archeologico nazionale di Chieti[8].
Questo periodo di splendore venne interrotto dalla guerra sociale del 91-87 a.C., che ridimensionò gran parte dei centri descritti. In seguito vennero costruite numerose ville della nobiltà locale e, più tardi, monumentali mausolei di età imperiale.
Da Wikipedia
La Casa Museo di Luciano Vetrone Collelongo
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La lavanda alle porte del Parco Nazionale D'Abruzzo, Lazio, Molise.
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